Psicologia di gruppo per donne vittime di violenza, l'ultimo progetto di AIDA
Un nuovo spazio di ascolto per le donne maltrattate o che hanno subito abusi, per iniziativa dell'associazione donne antiviolenza (AIDA). E' quello inaugurato in Casa Sperlari di via Palestro, ed ospiterà il secondo sportello di accoglienza di Aida, riunioni, assemblee, corsi di formazione, e specificatamente verrà realizzato al suo interno un nuovo progetto di sostegno psicologico di gruppo.
L'allestimento (acquisto di arredi, tecnologie e sistemazione degli spazi) è stato realizzato grazie al contributo del Club Inner Wheel International - distretto 206 - presieduto da Cristina Scandelli Groppali.
Durante l'evento di inaugurazione Aida ha voluto incontrare tutti i soggetti della rete con cui sta realizzando le collaborazioni più importanti: il Comune di Cremona (l'assessore Rosita Viola ha dato un forte impulso al progetto), la Fondazione città di Cremona con la presidente Uliana Garoli, partner del progetto Casa Alice e partner storico di AIDA che ha partecipato ai bandi degli scorsi anni per garantire un concreto sostegno alle donne; la coop. COSPER che gestisce la casa rifugio e l'alloggio di semiautonomia, Donne senza frontiere e Rete Donne; e la consigliera di Parità Cristina Pugnoli.
NUOVO PROGETTO SOSTEGNO DI GRUPPO PSICOLOGICO
La violenza di genere causa problemi di natura emotiva, comportamentale e relazionale che influenzano il benessere delle donne e quello della loro famiglia (violenza assistita).
Le difficoltà a riprendere in mano il percorso di vita portano le donne a demotivarsi, a coltivare una bassa autostima. Molte volte vengono messi in atto comportamenti evitanti proprio per non rischiare di prendere decisioni relative alla conclusione del rapporto sentimentale, alla separazione, alla denuncia. In alcuni casi la bassa autostima e il senso d’inefficacia possono sfociare in problematiche di tipo ansioso, insicurezza rispetto al futuro. Altre volte vengono agiti comportamenti impulsivi tali da rappresentare fattori di rischio.
In questi casi è fondamentale un aiuto professionale nel sostenere la donna nel suo percorso di uscita dalla violenza per identificare insieme strategie utili alla riduzione dei fattori di stress.
Un aiuto importante può essere dato anche da un lavoro di gruppo, nel quale oltre al professionista designato vi è anche un continuo confronto con i membri del gruppo stesso, i quali condividono le medesime difficoltà ma portano e arricchiscono la conoscenza individuale grazie alla condivisione di punti di vista e vissuti differenti.
I gruppi hanno una durata prestabilita in base all’obbiettivo prefissato per lo specifico gruppo, rispetto al tema della violenza genere perché le partecipanti condividono l’elaborazione emotiva della esperienza vissuta.
In tale ottica si rende necessario l'intervento psicologico per ristrutturare la resilienza alle avversità subite o in corso di svolgimento.
La conduzione di gruppo presenta alcune peculiarità che la rendono adatta alle donne maltrattate: la figura della psicologa può apparire meno minacciosa e soverchiante rispetto al colloquio clinico singolo, facilitando la costruzione di relazioni di uguaglianza.
La narrazione della relazione violenta spesso connotata da reticenza, vergogna e umiliazione può essere particolarmente difficile per talune e più facile per altre donne che la trovano liberatoria. La dinamica di gruppo permetterebbe al gruppo di “scaldarsi" e ad altre donne il tempo di riorganizzare i pensieri rispetto ai propri vissuti, per elaborare le parole adatte a condividere l'esperienza, il coraggio e la fiducia nell’altra.