Le nostre origini

La Fondazione Città di Cremona raccoglie il patrimonio dei cosiddetti Luoghi Pii cittadini, in un percorso storico che affonda le proprie radici nel Medioevo.

Metà del 500
Sono operativi i due orfanotrofi cittadini
1890
I Luoghi Pii diventano Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (Legge “Crispi”)
2004
Nasce “Fondazione Città di Cremona”, fondazione senza scopo di lucro
timeline
Metà del 300
Nascno dei principali istituti laici
1786
La grande riforma del sistema caritativo
1937
Viene costituito l’ECA
Ente Comunale di Assistenza
06/02/18

Il Consorzio di Sant'Omobono: l'altro attore della carità cremonese nel Medioevo

Ad affiancare l’opera del Consorzio della Donna, fondato nel 1334, è un altro attore benefico che operò nel contesto medievale cremonese. Il Consorzio di Sant’Omobono nasce infatti nel 1357 su volontà del vescovo di allora Ugolino Ardengheri, testimoniando così il forte legame della città col suo patrono.

Fautore della carità cremonese e inserito tra i riferimenti storici principali per la Fondazione Città di Cremona, il Consorzio di Sant’Omobono accoglieva al proprio interno membri che erano tenuti a svolgere opere caritatevoli, ispirandosi proprio alla vita del santo laico.

Come nel Consorzio della Donna, anche lo statuto del Consorzio di Sant’Omobono prevedeva la tutela corporativa degli associati. Accanto ai due attori principali, a Cremona si svilupperanno poi nel tardo Medioevo le cosiddette Carità, le cui risorse si basavano su eredità e lasciti di benefattori poi distribuiti tramite elemosine ai bisognosi.

04/02/18

Il Consorzio della Donna: le origini di Fondazione

Erede legittima della storia della carità cremonese, la Fondazione Città di Cremona affonda le sue radici nel Medioevo. È del 1334 la fondazione del Consorzio della Donna, il Consorcium et societas beate gloriosse virginis Marie.

A dargli forma fu un gruppo di cittadini cremonesi con intenti devozionali i quali stabilirono negli statuti che l’ultima domenica del mese l’istituto avrebbe dovuto occuparsi della distribuzione di pane ai poveri cosiddetti “vergognosi”, ovvero quelli che non mendicavano pubblicamente, e ai malati.

Gli statuti del Trecento del Consorzio prevedevano anche la tutela economica dei propri membri in caso di condanna o persecuzione ingiuste da parte di rettori o ufficiali del Comune di Cremona o dal vescovo.

Nel registro medievale di fondazione del Consorzio della Donna compaiono iscritti residenti in tutta la città di Cremona. Presenti nel documento anche i privilegi con i quali il duca di Milano, signore di Cremona all’epoca, concedeva all’istituto l’esenzione dal pagamento di dazi.

18/10/17

Le nostre origini

A partire dalla metà del Trecento, infatti, nacquero i principali istituti caritativi laici – quindi distinti e autonomi rispetto alle attività assistenziali promosse dalla Chiesa – e in particolare il Consorzio della Beata Vergine o della Madonna, detto comunemente Consorzio della Donna (legato ai Francescani), e il Consorzio di Sant'Omobono (legato ai Domenicani). Ad essi si aggiunsero nel tempo vari altri Luoghi Pii, come la Compagnia della Carità o Carità di San Vincenzo, sorta nel Cinquecento per impulso del vescovo Nicolò Sfondrati e dei Barnabiti, l'Ospedale dei poveri vergognosi, fondato sempre nel Cinquecento per soccorrere le famiglie un tempo agiate, cadute in disgrazia, e altri di più piccole dimensioni, spesso legati ad un ambito parrocchiale. L'assistenza operata da queste istituzioni era rivolta alle diverse categorie di poveri e bisognosi e si esplicava in varie forme, dalla elargizione di elemosine in denaro alla distribuzione di beni di prima necessità (pane, farina, indumenti), alla costituzione di una dote per le fanciulle povere, all'accoglienza dei pellegrini. Le maggiori allargavano il proprio raggio d'azione all'intera città, offrendo per secoli un supporto imprescindibile ai ceti sociali meno abbienti.

La struttura amministrativa era guidata da quattro reggenti eletti ogni anno fra la nobiltà cittadina e comprendeva vari funzionari in modo da gestire gli ingenti patrimoni, soprattutto fondiari, pervenuti ai Consorzi grazie a donazioni: ad esempio, nel Seicento, il Consorzio della Donna possedeva circa 6.800 pertiche di terra, oltre a diverse case in città. Le numerose donazioni da parte di benefattori hanno una precisa ragione religiosa, vale a dire l'ottemperanza al dovere cristiano di esercitare le opere di carità, che, appunto attraverso i lasciti testamentari, venivano delegate ai Luoghi Pii.

Nei lasciti erano talvolta comprese anche opere d'arte, in particolare pale d'altare: infatti, fino alla riforma ottocentesca, il patronato degli altari nelle chiese cittadine era affidato a privati che erano proprietari dei dipinti; il patronato poteva essere lasciato in eredità a un Luogo Pio, a cui passava anche la pala corrispondente. I ritratti dei benefattori, invece, provengono di norma dalle case stesse dei benefattori – come i dipinti devozionali di dimensioni piccole o medie – oppure furono commissionati dai Luoghi Pii per onorare la memoria di quanti avevano contribuito ad accrescerne i patrimoni. I Consorzi, peraltro, furono committenti diretti di dipinti come nel caso del Consorzio della Donna, che richiese nel 1687 ai pittori cremonesi Francesco e Pietro Antonio Picenardi i 12 episodi con Storie bibliche oggi nella Sala del Consiglio, destinati in origine a decorare i pilastri della vicina chiesa di San Francesco (ora scomparsa) in occasione di solenni celebrazioni liturgiche.

A fianco dei Luoghi Pii operavano, a partire dalla metà del Cinquecento, anche i due Orfanotrofi cittadini, il maschile ed il femminile, sorti fra i primi in Italia grazie all'iniziativa di Sant'Antonio Maria Zaccaria.

la nostra entrataLa grande riforma del sistema caritativo attuata da Giuseppe II d'Asburgo nel 1786 portò a concentrare tutti i Luoghi Pii nel nuovo Istituto Elemosiniere e i due orfanotrofi nell'Istituto Educativo. Il primo ebbe sede nel palazzo che oggi ospita la Fondazione, eretto sul finire del Seicento (1695-97) dal Consorzio della Donna come propria sede e funzionale appunto alle attività caritative: il piano terreno era adibito a magazzini per conservare i beni da distribuire ai poveri, il porticato della facciata offriva un riparo all'elargizione delle elemosine, mentre al primo piano (rimasto quasi intatto) erano gli uffici amministrativi e la Sala del Consiglio, dove tutti i membri si riunivano al cadere dell'anno per l'elezione dei nuovi reggenti. Gli stemmi in stucco della sala riportano i simboli della patrona del Consorzio, la Vergine Immacolata, le tre stelle e la mezzaluna. L'altro grande Luogo Pio, il Consorzio di Sant'Omobono, aveva invece la propria sede presso la chiesa omonima (nell'attuale via del Consorzio), ma questa è stata nel tempo trasformata e resa irriconoscibile. Nel 1807 l'Istituto Elemosiniere fu concentrato nella Congregazione di Carità, insieme all'Ospedale Maggiore, ai due Orfanotrofi e al Monte di Pietà: da quel momento la sede fu conosciuta come "Palazzo della Carità". Nel 1890, a seguito della Legge "Crispi" (L. 6972/1890), i diversi Luoghi Pii divennero Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza. Nel 1937 fu costituito l'Ente Comunale di Assistenza (eca), che riunì i patrimoni delle II.PP.A.B. Istituti Elemosiniere ed Educativo, oltre a quelli di piccole opere pie otto-novecentesche (le Opere Pie Lacchetti e Bertarelli, l'Asilo Notturno Broggi Simoni, l'Istituto Bambini Lattanti e Slattati, l'Istituto Manini) e, negli anni sessanta, della Fondazione Eliseo e Stellina Stradiotti. L'Ente Comunale di Assistenza amministrò le diverse II.PP.A.B. fino al suo scioglimento, disposto nel 1977. Le diverse II.PPA.B. vennero poi rette dal Comitato Amministrativo del disciolto E.C.A. fino al 1986, quando lo stesso Comitato Amministrativo venne sostituito dal Collegio Commissariale. Risale alla fine degli anni novanta la trasformazione nel Raggruppamento delle II.PP.A.B. Riunite Città di Cremona, nel quale sono confluiti i patrimoni dell'Opera Pia Patronato Pro Mutis e dell'O.P. Colonie Riunite Cremonesi.

Con il 1 gennaio 2004 nasce la "Fondazione Città di Cremona" (costituita con deliberazione della Giunta della Regione Lombardia n. VII/15772 del 23/12/2003), fondazione senza scopo di lucro, nata a seguito della fusione delle II.PP.A.B. "Istituto Elemosiniere, Istituto Educativo Cremonese, Fondazione Eliseo e Stellina Stradiotti" e dell'I.P.A.B. "F. Soldi – Centro Geriatrico Cremonese".