Novità ed eventi

29/01/22

PALAZZO FODRI, UN BENE DA CONSERVARE: CANTIERE IN CORSO

Un restauro conservativo per preservare un importante patrimonio della comunità cremonese come Palazzo Fodri. Fondazione città di Cremona investe nella più recente delle sue acquisizioni, risalente al 2009, e mette mano alla manutenzione della parte meridionale del fabbricato, già convento delle suore di Valverde e del Monte di Pietà, quindi sede di Cariplo, poi Banca Intesa. Attualmente questa parte è occupata dal Centro per l'Impiego della Provincia di Cremona e dalla società Net4Market. Il progetto di restauro è opera dello studio di architettura e ingegneria Beltrami e aveva lo scopo di ridurre, rallentare ed eliminare le forme di alterazione e degrado, garantendo una migliore durata e conservazione dei materiali, attraverso un intervento generale di ripristino dei materiali costruttivi e ornamentali che nel tempo si sono degradati.
Una delle parti più ammalorate è la fascia di sottogronda, che presentava numerose criticità, legate all'esposizione diretta agli agenti atmosferici e alle perdite dei canali di gronda e dei pluviali. Il distacco della pellicola pittorica è probabilmente la conseguenza di un intervento di tinteggiatura erroneo. Tra l'altro, sono stati revisionati tutti i frontalini in marmo di Botticino che ornano la gronda e si è intervenuti anche sul balcone che guarda su corso Matteotti, con manutenzione, pulitura e consolidamento degli elementi architettonici e decorativi.
Interventi anche sugli infissi e sui davanzali, che presentavano rotture in vari punti, come pure nelle cornici dei finestroni al piano terra.

La fisionomia attuale del palazzo, rimaneggiato nel corso dei secoli, risale agli inizi del '900, su disegno dell'architetto Ettore Signori, che si ispirò a riferimenti tardo rinascimentali, rielaborati ecletticamente. Il progetto subì varie traversie e modifiche, fino a definirsi come lo vediamo attualmente, con le due facciate, in corso Matteotti e vicolo Valverde, caratterizzate da un rivestimento in pietra artificiale al primo piano e da un bugnato subbiato al piano terreno, che rimanda alle antiche banche fiorentine.
Il piano superiore si caratterizza invece per una successione di lastre scannellate in pietra artificiale: durante il restauro è stato anche controllato lo stato del fissaggio alla muratura retrostante.

Un intervento complesso, dovuto alla varietà dei materiali impiegati e delle lavorazioni, "che abbiamo fortemente voluto - spiega Uliana Garoli, presidente di Fondazione Città di Cremona - per non depauperare un patrimonio che è di tutta la collettività cremonese. Un patrimonio che ci consente di proseguire quegli interventi a favore dei soggetti più fragili della società, che è il compito primario della Fondazione". Grazie al bonus facciate, parte dei lavori saranno ripagati dalla detrazione fiscale.

26/01/22

SOLIDARIETA' ED EDUCAZIONE DIGITALE, FINANZIATI I PROGETTI DI ARCIPELAGO E COOPERATIVA DI BESSIMO

Sono due i progetti vincitori dei contributi stanziati da Fondazione Città di Cremona per iniziative contro la povertà digitale, allo scopo di rendere accessibili strumenti diventati ormai indispensabili per comunicare, ottenere documenti, rapportarsi con le pubbliche amministrazioni, ma anche studiare, lavorare, tenersi informati, distinguere notizie vere da fakes. In una parola, raggiungere una "democrazia digitale" che diminuisca le differenza tra chi ha potuto godere di una scolarità adeguata ai tempi e chi invece ha dovuto affrontare altri scogli. Ma anche per chi semplicemente per questioni anagrafiche o solitudine non ha mai incontrato la tastiera di un pc.

Si tratta dei progetti "Help desk" del circolo Arci Arcipelago; e di "Mind the Gap", presentato da Cooperativa di Bessimo onlus (capofila) in partnership con Cosper, Auser volontariato comprensorio di Cremona, Auser Unipop Cremona e il sostegno di Forum provinciale del terzo Settore, APIColf, Auser Città di Cremona, consorzio Sol.Co.

Entrambi i progetti sono costruiti in cofinanziamento e Fondazione ha erogato complessivamente 35mila euro. "Con questo bando - afferma Roberto Galletti, consigliere di Fondazione - si voleva andare a colmare il gap che separa diverse categorie di persone dal mondo digitale. L'accesso alla rete è sempre più indispensabile, lo richiedono anche le istituzioni, ed è un modo per velocizzare la burocrazia. Sono progetti che vedono la cooperazione di più realtà, abbiamo selezionato percorsi innovativi e sperimentazioni già avviate".

HELP DESK - "Nell’ambito individuato dal bando - spiega Aurora Diotti, presidente del circolo Arcipelago - abbiamo all’attivo da aprile 2021 il progetto “Solidarietà Digitale”, un servizio nato su base volontaria che prevede la raccolta di materiale informatico, il ricondizionamento e la redistribuzione a persone in condizione di svantaggio socio-economico, sulla base soprattutto di segnalazione da parte degli enti operanti nel settore sociale, ad esempio i tutor condominiali, o insegnanti consapevoli delle difficoltà di alcuni loro alunni. Finora abbiamo ricevuto donazioni da una quarantina di persone, a vantaggio di circa 12 beneficiari tra nuclei familiari ed enti del terzo settore".

"Già dalla sua nascita, il progetto intendeva essere una prima tappa di un percorso più ampio, passando dal soccorso informatico ad una vera e propria educazione digitale al servizio dei cittadini. La volontà è quella di accompagnare le persone nel processo di digitalizzazione, che può essere un’opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita, oltre che di partecipare alla vita pubblica e di conoscere e comprendere la realtà contemporanea". Il circolo di via Speciano, con un direttivo costituito al 90% da giovani under 35, ha iniziato mettendo a disposizione le competenze digitali dei soci, in prevalenza persone tra i 18 e i 35 anni, molti dei quali già "del mestiere" in quanto a utilizzo base dei dispositivi informatici, dei social network e dei contenuti online.

"Il contributo di Fondazione ci dà ora la possibilità di stabilizzare queste attività, mettendo a sistema quanto già facevamo, prevedendo anche qualche ora retribuita in modo da garantire più continuità", aggiunge la presidente. Diverse le azioni previste del progetto, che complessivamente ammonta a poco meno di 28mila euro, in parte cofinanziato dallo stesso circolo: implementazione delle attività di solidarietà digitale con l'acquisto di componenti elettronici integrativi e collaborazione di personale tecnico; corsi di formazione digitale gratuiti rivolti principalmente a over 65, stranieri residenti e cittadini in condizione di svantaggio socioeconomico; riqualificazione dell'aula informatica presente in sede, al piano terra, con ingresso da via XX Settembre (arredi e attrezzature, sostituzione dell'impianto luci, cablaggio, videoproiettore, utenze...); attivazione di uno sportello di supporto gratuito ed itinerante, in collaborazione con associazioni e comitati di quartiere; distribuzione di materiale informativo, come booklet e pacchetti di lezioni digitali per acquisire conoscenza dei dispositivi, o utilizzare Office, o ancora accedere ai servizi digitali al cittadino, il tutto gratuito per i beneficiari individuati.

L'esperienza del lockdown ha scoperchiato il problema del digital divide, anche in una città tutto sommato ben servita dalla rete. "E' allora - conclude Diotti - che ci siamo chiesti: perchè non lavorare più in profondità?"

MIND THE GAP - Due i target per l'inclusione digitale previsti nel progetto della Cooperativa di Bessimo. Uno diretto, costituito da tre categorie: gli anziani attivi come volontari e come utenti delle varie attività gestite da Auser e Cosper (centri anziani, comunità, ecc.); le badanti straniere, spesso sopra i 50 anni e senza competenze digitali (intercettate soprattutto attraverso APIcolf);  i soggetti svantaggiati noti alla cooperativa di Bessimo, attiva nel mondo delle tossicodipendenze.
Un target indiretto è quello costituito da ragazzi e giovani che saranno i veri promotori dell'azione formativa: il progetto infatti è stato pensato anche per indurre consapevolezza tra le giovani generazioni e per favorire il ricambio generazionale nelle associazioni stesse.

“Si intende infatti incrementare l’attenzione verso le categorie più fragili da parte dei giovani valorizzando le loro competenze digitali e introducendo concetti di cittadinanza digitale responsabile”, afferma Roberto Laini, responsabile Progettazione Sociale della Cooperativa di Bessimo.
"E'previsto un gruppo di venti ragazzi partecipanti, ai quali saranno dedicati specifici incontri con esperti in materie informatiche ed educatori per quanto riguarda gli approcci relazionali. Una volta costituiti i gruppi di lavoro, i giovani saranno chiamati a collaborare per costruire i corsi di alfabetizzazione digitale e partiranno le attività formative verso i vari soggetti target".

Previsti quattro corsi di otto incontri ciascuno con i volontari anziani, raccolti in piccoli gruppi di 4-5 persone che a loro volta potranno trasmettere le competenze acquisite ai loro pari innescando un meccanismo virtuoso; due con le badanti, ciascuno di 8 incontri per gruppi di almeno 10 donne; e due corsi, sempre in otto lezioni, per soggetti svantaggiati o fragili.
I giovani tutor si impegneranno successivamente ad affiancare per un certo periodo di tempo i rispettivi 'allievi', seguendoli nel muovere i primi passi in autonomia: ad esempio scaricare ricette ed esami dal fascicolo sanitario elettronico, prenotazione di visite, richiesta di benefici economici, e così via.
Come ricompensa, poco più che simbolica ma con finalità motivazionale, i giovani formatori riceveranno un buono da 50 euro da spendere in cultura: cinema, musica, teatro, librerie.
I corsi si svolgeranno in diversi luoghi: sede Auser presso la Portineria di Cremona Solidale, Ciclofficina, Apicolf, e presso la sede della cooperativa di Bessimo. Complessivamente sarannoi coinvolte 80 - 100 persone; il costo complessivo del progetto è di circa 33mila euro, anche questo cofinanziato in parte dai soggetti promotori.

 

24/12/21

Una casa per le donne che devono ricominciare: A.L.I.C.E in Fondazione

I laboratori espressivi realizzati all'interno del progetto Casa A.L.I.C.E, con protagonisti studenti dei licei Manin e Anguissola sono stati al centro dell'incontro del 15 dicembre organizzato nel Salone della nostra Fondazione da Aida-Centro antiviolenza, Rete Donne, Donne senza Frontiere, cooperativa Cosper. Il progetto “Casa A.L.I.C.E. Autonomia Libertà Integrazione Consapevolezza Emancipazione” è realizzato nell’ambito del Bando Volontariato 2020 di Regione Lombardia.
Casa A.L.I.C.E. nasce da un'idea di Aida - centro antiviolenza - di realizzare una casa per consentire alle donne vittima di violenza e ai loro figli di recuperare indipendenza e autonomia dopo la permanenza nella casa rifugio.
Ciascuna associazione ha fatto la sua parte: oltre ad Aida, Rete Donne con eventi di sensibilizzazione, Donne senza frontiere per la mediazione linguistica e culturale, Fondazione Città di Cremona ha messo a disposizione un appartamento, cooperativa Cosper ha attuato progetti educativi per le donne ospiti.
Aida garantisce personale volontario, percorsi di sostegno psicologico per donne e minori, assistenza legale.
La parte di sensibilizzazione verso l'esterno e in particolare nelle scuole è stata fatta con la collaborazione di Teatro Itinerante ed ha coinvolto le classi IIICcom, IIIFcom, IVCcom, IIIAlsu del Liceo delle Scienze Umane “S.Anguissola”; IB Classico e IIB Classico del Liceo “D.Manin”

Dopo i saluti di Emanuela Ghinaglia (Presidente di Rete Donne Lab Odv) Rosita Viola (Assessora alle Politiche Sociali e della Fragilità con delega alle Pari Opportunità del Comune di Cremona) e Uliana Garoli (Presidente della Fondazione Città di Cremona) sono intervenute Elena Guarreschi (Presidente di A.I.D.A. odv) e Paola Merlini (Presidente di Coop Cosper) con un approfondimento sulle strategie e metodi d’intervento attuati in casa ALICE.

A seguire Alessandra Ardu e Guido Regonelli, docenti del Liceo Anguissla e Simona Frassi, docente del Liceo Manin insieme a Fatiha Errzini Presidente di Donne Senza Frontiere hanno presentato i laboratori espressivi di Casa Alice per la cultura della prevenzione

L’appuntamento ha visto il patrocinio del Comune di Cremona e si è svolto in collaborazione con CSV Lombardia Sud in quanto parte integrante del percorso culturale ‘La Trama dei Diritti”.

13/11/21

RESTITUITA ALLO SPORT LA PALESTRA BARBIERI RIMESSA A NUOVO

Il complesso di casa Barbieri – Raspagliesi di via XI Febbraio, di proprietà di Fondazione Città di Cremona, si arricchisce di una palestra storica ed ora completamente rinnovata e restituita alla città questa mattina, 13 novembre, con un'esibizione dei  ragazzi dell'under13 Sansebasket, una delle società che hanno sempre utilizzato la struttura per gli allenamenti delle giovanili prima che il Covid bloccasse tutto.

Il lungo stop alle attività imposto dalla pandemia ha consentito l'avvio e la conclusione di una ristrutturazione che ha coinvolto tutte le parti dell'impianto, con una nuova illuminazione a panel led, nuovi portoni di ingresso e un parquet sportivo adatto all'agonismo, sopraelevato rispetto al pavimento precedente in modo da isolarlo dall'umidità.

“Abbiamo rimosso le gradinate, che rappresentavano un elemento di pericolosità per gli atleti e questo ha rivelato una perdita del tratto fognario che scorreva sotto il pavimento, quindi si è provveduto al rifacimento ”, spiega il responsabile dell'ufficio tecnico della Fondazione, Aldo Odelli. “Con l'occasione dei lavori è stata risolta anche la problematica delle infiltrazioni d'acqua piovana, con lo sdoppiamento dei canali di scolo che la palestra aveva in comune con l'edificio degli alloggi”.

Lavori che alla fine sono ammontati a oltre 100mila euro, affidati principalmente all'impresa edile Brognoli, alle ditte Bragadini per la pavimentazione,  Bassanini per le luci, Corazza per le tinteggiature.

Rinnovati anche gli spogliatoi, deteriorati dal lungo utilizzo non sempre appropriato, ma anche dagli anni: nel corridoio di accesso, uno spazio verrà utilizzato come spogliatoio arbitri e ricovero attrezzature, metri altri tre ambienti sono a disposizione degli atleti. Anche le porte e i bagni sono stati sistemati con la sostituzione di elementi deteriorati, dalla ditta Loccisano.

Uno dei problemi della palestra erano i distacchi di frammenti di controsoffitto a causa delle pallonate: ora la rete di protezione è stata agganciata in modo più efficace.

La palestra verrà utilizzata al mattino dagli istituti scolastici e al pomeriggio dalle giovanili del Basket Pool, presieduto da Pierangelo Rozzi e che comprende anche Juvi e Vanoli.

Alla inaugurazione di sabato mattina erano presenti anche il presidente della Sansebasket Fabio Tambani, l'assessore allo Sport del Comune di Cremona Luca Zanacchi e l'assessore ai Servizi Sociali Rosita Viola. Il contesto in cui si trova la palestra è infatti quello delle case per anziani e soggetti fragili di via XI febbraio 58 – 60, dove opera anche il centro diurno integrato di Cremona Solidale e in diretto collegamento con le attività sanitarie, sociali e aggregative di Civico 81, attraverso il giardino comune.

Presenti con i ragazzi della Sanse, l'allenatore Paolo Coccoli e il vice Simone Ampleati; mentre ha parlato delle attività di Civico 81 la vicepresidente del consorzio Il Sol.co Susanna Lanzi.

“Quella che presentiamo oggi – ha detto Uliana Garoli, presidente Fondazione Città di Cremona – è una palestra Barbieri completamente ristrutturata, frutto di un lavoro molto importante e impegnativo. Restituiamo alla città una palestra che era diventata inagibile in quanto molto usata e a volte un po' abusata. Rappresenta  anche uno spazio importante nel centro cittadino, all'interno di un polo in cui convivono persone fragili anziani e giovani”.

Particolare attenzione dovrà essere posta alla manutenzione, è stato infatti stilato un regolamento per responsabilizzare tutti gli utilizzatori, società sportive e istituti scolastici. “Questo è un bene comune – ha aggiunto Garoli – non è la palestra di via XI febbraio o del Comune, ma della città.  Dobbiamo farla vivere il più a lungo possibile nel migliore dei modi, come la vediamo oggi”.  

“La palestra Barbieri ritorna in uso al mondo sportivo cremonese e al mondo scolastico”, ha detto l'assessore Zanacchi, “verrà messa in disponibilità del Basket Pool per tutte le squadre giovanili cittadine, mentre al mattino sarà a disposizione delle scuole. Si restituisce alla città intera una struttura collocata in una zona strategica di Cremona, nel pieno centro cittadino e con un forte radicamento nella storia sportiva della città”.

07/11/21

Festeggiato il 97° di fondazione dell'associazione Lazzaro Chiappari

Si è tornati a festeggiare in presenza e con gli amici di Milano e Vercelli, gli ex Martinitt e Stelline e gli ex Ciudin, l'anniversario di fondazione dell'associazione Lazzaro Chiappari, nel 97° anniversario. Domenica 7 novembre si è svolta la tradizionale giornata che riunisce tanti ex allievi dell'orfanotrofio cremonese coinvolgendo anche i giovani della Comunità per Minori del Comune di Cremona che rappresentano l'evoluzione di quell'istituzione. Presenti inoltre in sala Bonomelli il sindaco Gianluca Galimberti, l'assessore alle Politiche Sociali Rosita Viola, l'assessore all'istruzione Maura Ruggeri, la presidente della Fondazione Città di Cremona Uliana Garoli, i presidenti degli ex Martinitt Sandro Baciocchi e degli ex Ciudin Luigi Casalino, quest'ultimo accompagnato dall'assessore del Comune di Vercelli Ketty Politi.

La manifestazione si è aperta con la celebrazione della Messa in san Siro in memoria degli ex allievi defunti e la deposizione della corona d’alloro sotto la lapide dei caduti nelle due guerre mondiali, nell’androne del palazzo della Fondazione. Quindi, il trasferimento al Centro Pastorale, dove il presidente della Lazzaro Chiappari ha illustrato il senso della manifestazione.
“In questi 97 anni si è esplicato un modo di essere, di andare verso il bisogno – ha detto Scazzoli -. Eravamo in collegio insieme, allora non esistevano i progetti educativi di oggi, noi non avevamo né pedagoghi né progetti, ma c’era la regola. Eravamo figli del tempo, ognuno di noi non ha pianto sulle spalle dell’altro, ma si è arrangiato magari anche litigando tutti i giorni, anche per piccole cose. Poi siamo diventati persone che si sono fatte una propria famiglia. Niente di straordinario, penso che tutti i ragazzi di questo mondo avranno tentato di fare questa cosa. Ma noi avevamo un handicap maggiore: anche in povertà, rientrare in una casa dove c’è una madre e un padre è un po’ diverso che non rientrare dove non ci sono. Ma tutto questo era condiviso”.
Il senso di solidarietà portato avanti anche negli anni successivi alla chiusura dell'istituto, è venuto d'istinto, come era avvenuto nel 1924 quando l'associazione nacque sulla scorta delle organizzazioni operaie di mutuo soccorso.
"I ricordi vanno tenuti vivi - ha continuato il presidente - ma non per piangere su quello che è accaduto, ma per dire: gente, se siamo qui ancora oggi, forse il motivo risiede in quella forma di condivisione. Lo dico con orgoglio. La prima cosa che avevamo in mente appena usciti dall'istituto era di trovare un lavoro; pochissimi di noi non ce l'hanno fatta e di questo pure sono orgoglioso, di poter parlare, 97 anni dopo, di persone che hanno avuto il coraggio di costruirsi".
L'orgoglio è anche quello di portare avanti la tradizione laica della solidarietà cremonese: "A un certo punto arrivarono le suore, ma la nostra era una associazione laica: questo Comune può vantare 4 secoli e mezzo di conduzione laica, segno che la comunità cremonese ne aveva percepito per tempo l'importanza".
Infine, un ringraziamento al Comune: "Io devo ricambiare il buon senso della politica cremonese, non molte associazioni hanno la possibilità di avere assessori come abbiamo avuto noi".

La presidente Garoli ha parlato della vicinanza quotidiana tra Fondazione e associazione ex allievi e ha ricordato come proprio il tema della cura degli orfani sia stato il filo conduttore del gemellaggio presentato qualche settimana fa al Museo del Violino tra Cremona e Venezia nell'ambito della mostra "I violini di Vivaldi e le figlie di Choro".
"Musica e solidarietà insieme, i violini che Vivaldi fece arrivare a Venezia per le ragazze ospitate dall'ospedale della Pietà, contribuirono a far diventare il coro un unicum nel panorama non solo italiano ma anche europeo".
“Voi siete la testimonianza che collegio vuol dire regole, ma anche fare squadra e solidarietà”, ha concluso Garoli. “E’ questo che vi ha portato fin qui. Un’associazione non arriva a 97 anni se vive solo di ricordi, voi portate avanti attività che ci consentono di guardare al futuro”.
Parole di apprezzamento per quanto l'associazione sta continuando a fare sono state espresse dagli assessori Rosita Viola ("avete dato più di quello che avete ricevuto") e Maura Ruggeri, mentre il sindaco Galimberti ha sottolineato il concetto di orgoglio, da estendere anche a tutti i cremonesi nei riguardi della loro città. Importantissima la collaborazione tra istituzioni, pubbliche e private e proprio a questo scopo durante la mattinata è stato siglato il protocollo tra Comune e associazione che sancisce il contributo che la Lazzaro Chiappari offre al sistema del welfare cittadino. “Non si tratta solo di parole - ha detto Galimberti - che pure di per sé sono importanti, ma di parole che generano azioni”.

La manifestazione si è conclusa con la consegna a una rappresentanza delle comunità per minori gestite dalla cooperativa Sentiero in città e a Casalsigone di attestati e contributi per specifiche attività. In particolare, per il progetto di cura dell'orto e giardinaggio in corso di realizzazione nelle due sedi di Casalsigone e Picenengo; per il laboratorio artistico espressivo (arte terapia); per il laboratorio di alfabetizzazione rivolto ai minori stranieri non accompagnati; per il laboratorio di falegnameria.

I contributi sono stati resi possibili dalla collaborazione della Fondazione Città di Cremona, dalle associazioni gemelle, da Cassa Padana e dalle famiglie di ex allievi: Bassi, Ghilardi e Dolfini.

02/11/21

DOMENICA 7 NOVEMBRE LA "LAZZARO CHIAPPARI" FESTEGGIA IL 97°

Domenica 7 novembre tradizionale incontro dell’associazione ex Allievi dell’Orfanotrofio intitolata a Lazzaro Chiappari, nel 97esimo di fondazione. Parteciperanno autorità e personalità del settore dedito al sostegno dei minori in difficoltà, i ragazzi delle Comunità per Minori, ex Allievi, gli amici e delegazioni dei ex allievi di Milano e Vercelli.
Inizio alle ore 9 con la Messa nella chiesa di San Siro di via Aselli, quindi onori alla lapide degli ex allievi caduti nel palazzo di Fondazione Città di Cremona dove si trova la sede associativa. A seguire, trasferimento al Centro Pastorale Diocesano, sala Bonomelli, in via S.Antonio del Fuoco per la manifestazione pubblica.
Ai giovani delle Comunità sarà devoluto sostegno per progetti formativi specifici rivolti alla loro formazione individuale. A seguire il pranzo che chiuderà la manifestazione che ha lo scopo di rendere partecipe la città delle tematiche dell’accoglienza dei minori nelle comunià Barbieri eredi dell’antico orfanotrofio.

02/12/21

"Schizzi cremonesi", Tiziana Cordani apre lo scrigno dei ricordi su una stagione magica

Un prezioso scrigno di ricordi che apre gli occhi sui protagonisti dell'arte cremonese del secondo Novecento, gli aneddoti privati, i legami con il contesto nazionale e internazionale. Una stagione magica per l'arte cremonese che non si è più ripetuta, nel libro scritto a quattro mani da Tiziana Cordani, conservatore della Collezione artistica della nostra Fondazione e Fabrizio Lonardi.

"Schizzi cremonesi - L’arte e gli artisti a Cremona nella seconda metà del Novecento. Un dialogo per non dimenticare”, racconta in oltre 300 pagine vicende poco conosciute vissute in prima persona da Cordani, corredato da una ricca documentazione fotografica e documentaria. Il libro è suddiviso in 10 capitoli, ciascuno legato a un periodo storico: anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta. Oltre cento le immagini e i documenti, un repertorio in gran parte inedito fatto anche di cartoline autografate, schizzi, caricature, provenienti dall’archivio privato dei due autori, dalle foto di famiglia degli anni Cinquanta a quelle più recenti, oltre naturalmente alle riproduzioni delle opere citate.

 

02/11/21

LA FONDAZIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE DI CREMONA SOLIDALE

Una giornata dedicata soprattutto ai volontari delle diverse associazioni che stanno prestando servizio a Cremona Solidale, ma anche l'occasione per mostrare l'importanza della collaborazione tra Comune, Fondazione Città di Cremona e la stessa Cremona Solidale nel campo socio assistenziale. La presentazione del Bilancio Sociale 2020 realizzato dall'azienda che gestisce il Geriatrico Soldi, è stata tutto questo e si è svolta giovedi 28 ottobre nella sala delle ex cucine della struttura di via Brescia. Per la Fondazione erano presenti la presidente Uliana Garoli e il segretario generale Lamberto Ghilardi mentre a fare gli onori di casa sono stati il presidente di Cremona Solidale Emilio Arcaini, la direttrice generale Alessandra Bruschi, la coordinatrice sociale Roberta Barilli. Il sindaco Gianluca Galimberti e l'assessore alle Politiche sociali e fragilità Rosita Viola hanno illustrato la centralità del welfare nelle scelte dell'amministrazione comunale e le nuove prospettive dell'assistenza legate ai cambiamenti sociali.

In questa struttura "a tre" che regge il welfare cremonese, Fondazione di Cremona gioca non solo la parte del proprietario degli immobili a cui spettano le manutenzioni, ma anche il ruolo di ponte tra Cremona Solidale e la cittadinanza. Non a caso è stata ricordata l'importanza delle donazioni per far fronte agli investimenti: ne sono esempio le quattro palazzine sorte negli anni, grazie alle quali è stato possibile riqualificare l'offerta sanitario assistenziale agli anziani, tutte dedicate ai benefattori Mainardi, Somenzi, Azzolini. Ultimo in ordine di tempo, è in corso l'intervento edilizio sulla palazzina storica Soldi, finanziato anche grazie all'ultimo lascito Somenzi, per la completa riqualificazione del centro diurno Alzheimer, del centro diurno integrato e per la nuova comunità alloggio.

Il salone delle ex cucine, dove si è svolta la presentazione, è strettamente legato all'architetto Massimo Terzi, ricordato dalla presidente Garoli come il progettista delle quattro palazzine, scomparso lo scorso anno a causa del Covid, che aveva particolarmente a cuore la ristrutturazione di questo spazio come luogo di aggregazione per consentire agli ospiti della Rsa nuove forme di socializzazione. "A volte questi spazi sono sembrati persino troppo grandi per le necessità - ha detto tra l'altro Garoli - ma il Covid ci ha fatto purtroppo comprendere quanto siano necessari ambienti ampi, soprattutto a servizio dei più fragili".
Una lungimiranza che adesso andrà applicata a 360°, per far fronte alle importanti sfide che l'assistenza impone, con particolare riguardo alla necessità di mantenere nel proprio ambiente di vita il più a lungo possibile una popolazione anziana in costante crescita. Il polo di via XI febbraio, con il suo mix di servizi per anziani con ancora discrete capacità di autonomia, guarda proprio a questo.

25/10/21

Cordoglio per la scomparsa dell'ex Presidente Giacomo Spedini

Commozione a Palazzo della Carità, per la scomparsa avvenuta oggi 25 ottobre a seguito di malattia di Giacomo Spedini, presidente del consiglio di amministrazione di Fondazione Città di Cremona tra 2011 e 2014.
Spedini è stato inoltre presidente dell’Api, associazione dei piccoli industriali di Cremona e cofondatore delle Piscine Laghetto a Vescovato e aveva positivamente messo la sua esperienza di imprenditore nell’impegno in Fondazione.
Nell’arco del suo mandato è stata portata a termine l’acquisizione al patrimonio di Palazzo Fodri, avviata dal suo predecessore Umberto Lonardi ed è stata completata la copertura fotovoltaica sulle palazzine di Cremona Solidale,  segno di lungimiranza nelle politiche energetiche green.
Membro del Cda durante il suo mandato era l’attuale presidente Uliana Garoli: “Lo ricordo con affetto, con lui c’era un ottimo clima in consiglio, è stato portatore di un’oculata e sana amministrazione. Sono molto addolorata perché abbiamo sempre avuto un rapporto di reciproca stima. Per me è stato un onore portare avanti il lavoro che avevamo iniziato insieme nel consiglio di amministrazione”.

10/10/21

LIUTERIA E SOLIDARIETA', UN LEGAME TRA CREMONA E VENEZIA

Cremona e Venezia, due città che hanno in comune l'elemento acqua, tradizione musicale e istituzioni caritatevoli. Uno sguardo insolito sui legami tra le due realtà è stato offerto sabato mattina al Museo del Violino a margine della mostra i Violini di Vivaldi e le Figlie di Choro e della festa della Fondazione Città di Cremona. Ospiti speciali Filippo Battistelli, presidente dell'istituto provinciale Santa Maria della Pietà del capoluogo lagunare e il conservatore dello stesso Debora Pase, che hanno dialogato in un incontro – confronto con Uliana Garoli, presidente Fondazione Città di Cremona e Fausto Cacciatori, conservatore dell'MdV.

Introdotti dalla direttrice MdV Virginia Villa e dall'assessore alla Cultura Luca Burgazzi, i due presidenti hanno tracciato le vicende essenziali di nascita e scopi delle rispettive istituzioni. 

A Cremona il Consorzio della Donna venne fondato nel periodo di piena espansione mercantile della città, quando nobildonne e mercantesse misero a disposizione i loro averi per la cura di orfani, vedove e fanciulle sole. La loro sede era proprio nel palazzo della Carità, che oggi ospita la Fondazione Città di Cremona: nella stessa piazzetta, accanto alla chiesa di santa Maria della Pietà, era sorto l’orfanotrofio che accoglieva i bambini abbandonati nelle ruote degli esposti di chiese e conventi.

A Venezia fu l’ospedale della Pietà, fondato dal frate francescano Pietro da Assisi, ad accogliere gli infanti e, attraverso le questue, a suscitare la generosità dei cittadini più facoltosi: nel Trecento non era insolito che i bambini indesiderati venissero lasciati morire nelle calli, ma con l’andare dei decenni e poi dei secoli, alla Pietà vennero depositati bambini provenienti anche da fuori Venezia, fino dall’Istria, semplicemente perché le famiglie d’origine desideravano per loro un futuro migliore.

 Un legame tra Venezia e Cremona, sul fronte della carità, è fornito poi da Gerolamo Maini, nobile veneziano che dopo essere scampato alla morte nelle vicende belliche del 1531, si spogliò di tutte le sue ricchezze per dedicarsi alla vita degli orfani: divenuto santo nel 1766, si spostò da Venezia in varie sedi lombarde e fondò l’ordine dei Somaschi, che vennero in auto degli orfani cremonesi attraverso la messa a disposizione della chiesa di san Vitale, che divenne appunto orfanotrofio.

 Dalle vicende antiche a quelle più recenti, attraverso la musica: l’ospedale della Pietà veneziano fu culla di ragazze divenute poi virtuose cantanti, sotto la guida di Antonio Vivaldi: proprio per la scuola di musica e canto vennero realizzati quegli strumenti che oggi e fino al 31 ottobre sono in mostra all’MdV dopo il restauro da parte dell’università di Pavia e di CrForma, attraverso i corsi svolti nelle aule di palazzo Fodri, gioiello architettonico entrato a far parte del patrimonio di Fondazione Città di Cremona una decina di anni fa.

 Quella stessa musica praticata anche dagli "artigianelli" dell’orfanotrofio cremonese nelle ore libere dall’apprendistato di arti e mestieri. Le bande degli orfanotrofi venivano chiamate in varie occasioni, religiose e laiche, ed oggi a portare avanti la loro memoria è l’associazione ex allievi Lazzaro Chiappari, conservando gelosamente quegli strumenti nella sede presso la Fondazione.

"Oggi l’assistenza cremonese poggia sulla triade Fondazione – azienda Cremona Solidale – Comune”, ha aggiunto Garoli. “Ci rendiamo conto del grande patrimonio che abbiamo, che non è solo fatto di beni immobili e ricchezze, ma di rapporti sociali e delle opere in risposta ai bisogni che cambiano. Non ci sono più gli orfanotrofi ma è ancora necessario sostenere i giovani abbandonati, tra i quali i bambini che arrivano qui soli a seguito delle ondate migratorie. La Fondazione offre a Cremona Solidale il comodato gratuito di tutti gli immobili utilizzati e ha aiutato l’azienda stessa a superare il momento di grave difficoltà economica dovuta alla pandemia”.

“Sono contento di essere qui – ha aggiunto Battistelli - perchè la Pietà è conosciuta spesso come la scuola di Vivaldi, ma la musica era in realtà uno strumento per l’emancipazione. Non dobbiamo incorrere nell'errore di fermarci alle necessità primarie delle persone, non dobbiamo dare solo un tetto ai ragazzi che ospitiamo, ma offrire una prospettiva. La Pietà è un ente ricco, ma oggi l'obiettivo è alzare l'asticella: aprirci sempre più alle necessità dei nostri contesti, come stiamo facendo ad esempio con un nuovo centro diurno per ragazzi che vengono allontanati dalle famiglie. Abbiamo la fortuna di non doverci inventare nulla, ma solo proseguire nel solco già tracciato”.

 A chiudere l’interessante incontro, il conservatore del Museo Fausto Cacciatori ha parlato dell'importanza dei liutai a Venezia e del loro ruolo sociale, il cui lavoro diventa sempre più richiesto nella Repubblica proprio per l’abbondanza di istituti di assistenza che facevano della musica uno strumento di emancipazione. Non è un caso che la famiglia Guarneri nel 700 si sia spostata da Cremona a Venezia ritagliandosi un ruolo nelle corporazioni.

Citando la monografia su Stradivari di Elia Santoro, Cacciatori ha evidenziato il rapporto tra i liutai cremonesi e il Consorzio della donna, di cui il 28 dicembre 1691 Antonio Stradivari venne eletto per un anno reggente. Un segnale forte della funzione sociale attribuita ai liutai e che ci dice come il maestro appartenesse ad un ambito abbiente. Antonio tuttavia non pare avesse più di tanto il desiderio di partecipare alle riunioni, facendosi piuttosto sostituire dal figlio Omobono, protagonista anche di altre confraternite.

La vicinanza ai problemi sociali dei liutai è testimoniata anche dalla figura di Carlo Bergonzi, che fece parte tra l’altro della confraternita del ss Sacramento di san Luca, dove conobbe forse Omobono.