Novità ed eventi

07/11/21

Festeggiato il 97° di fondazione dell'associazione Lazzaro Chiappari

Si è tornati a festeggiare in presenza e con gli amici di Milano e Vercelli, gli ex Martinitt e Stelline e gli ex Ciudin, l'anniversario di fondazione dell'associazione Lazzaro Chiappari, nel 97° anniversario. Domenica 7 novembre si è svolta la tradizionale giornata che riunisce tanti ex allievi dell'orfanotrofio cremonese coinvolgendo anche i giovani della Comunità per Minori del Comune di Cremona che rappresentano l'evoluzione di quell'istituzione. Presenti inoltre in sala Bonomelli il sindaco Gianluca Galimberti, l'assessore alle Politiche Sociali Rosita Viola, l'assessore all'istruzione Maura Ruggeri, la presidente della Fondazione Città di Cremona Uliana Garoli, i presidenti degli ex Martinitt Sandro Baciocchi e degli ex Ciudin Luigi Casalino, quest'ultimo accompagnato dall'assessore del Comune di Vercelli Ketty Politi.

La manifestazione si è aperta con la celebrazione della Messa in san Siro in memoria degli ex allievi defunti e la deposizione della corona d’alloro sotto la lapide dei caduti nelle due guerre mondiali, nell’androne del palazzo della Fondazione. Quindi, il trasferimento al Centro Pastorale, dove il presidente della Lazzaro Chiappari ha illustrato il senso della manifestazione.
“In questi 97 anni si è esplicato un modo di essere, di andare verso il bisogno – ha detto Scazzoli -. Eravamo in collegio insieme, allora non esistevano i progetti educativi di oggi, noi non avevamo né pedagoghi né progetti, ma c’era la regola. Eravamo figli del tempo, ognuno di noi non ha pianto sulle spalle dell’altro, ma si è arrangiato magari anche litigando tutti i giorni, anche per piccole cose. Poi siamo diventati persone che si sono fatte una propria famiglia. Niente di straordinario, penso che tutti i ragazzi di questo mondo avranno tentato di fare questa cosa. Ma noi avevamo un handicap maggiore: anche in povertà, rientrare in una casa dove c’è una madre e un padre è un po’ diverso che non rientrare dove non ci sono. Ma tutto questo era condiviso”.
Il senso di solidarietà portato avanti anche negli anni successivi alla chiusura dell'istituto, è venuto d'istinto, come era avvenuto nel 1924 quando l'associazione nacque sulla scorta delle organizzazioni operaie di mutuo soccorso.
"I ricordi vanno tenuti vivi - ha continuato il presidente - ma non per piangere su quello che è accaduto, ma per dire: gente, se siamo qui ancora oggi, forse il motivo risiede in quella forma di condivisione. Lo dico con orgoglio. La prima cosa che avevamo in mente appena usciti dall'istituto era di trovare un lavoro; pochissimi di noi non ce l'hanno fatta e di questo pure sono orgoglioso, di poter parlare, 97 anni dopo, di persone che hanno avuto il coraggio di costruirsi".
L'orgoglio è anche quello di portare avanti la tradizione laica della solidarietà cremonese: "A un certo punto arrivarono le suore, ma la nostra era una associazione laica: questo Comune può vantare 4 secoli e mezzo di conduzione laica, segno che la comunità cremonese ne aveva percepito per tempo l'importanza".
Infine, un ringraziamento al Comune: "Io devo ricambiare il buon senso della politica cremonese, non molte associazioni hanno la possibilità di avere assessori come abbiamo avuto noi".

La presidente Garoli ha parlato della vicinanza quotidiana tra Fondazione e associazione ex allievi e ha ricordato come proprio il tema della cura degli orfani sia stato il filo conduttore del gemellaggio presentato qualche settimana fa al Museo del Violino tra Cremona e Venezia nell'ambito della mostra "I violini di Vivaldi e le figlie di Choro".
"Musica e solidarietà insieme, i violini che Vivaldi fece arrivare a Venezia per le ragazze ospitate dall'ospedale della Pietà, contribuirono a far diventare il coro un unicum nel panorama non solo italiano ma anche europeo".
“Voi siete la testimonianza che collegio vuol dire regole, ma anche fare squadra e solidarietà”, ha concluso Garoli. “E’ questo che vi ha portato fin qui. Un’associazione non arriva a 97 anni se vive solo di ricordi, voi portate avanti attività che ci consentono di guardare al futuro”.
Parole di apprezzamento per quanto l'associazione sta continuando a fare sono state espresse dagli assessori Rosita Viola ("avete dato più di quello che avete ricevuto") e Maura Ruggeri, mentre il sindaco Galimberti ha sottolineato il concetto di orgoglio, da estendere anche a tutti i cremonesi nei riguardi della loro città. Importantissima la collaborazione tra istituzioni, pubbliche e private e proprio a questo scopo durante la mattinata è stato siglato il protocollo tra Comune e associazione che sancisce il contributo che la Lazzaro Chiappari offre al sistema del welfare cittadino. “Non si tratta solo di parole - ha detto Galimberti - che pure di per sé sono importanti, ma di parole che generano azioni”.

La manifestazione si è conclusa con la consegna a una rappresentanza delle comunità per minori gestite dalla cooperativa Sentiero in città e a Casalsigone di attestati e contributi per specifiche attività. In particolare, per il progetto di cura dell'orto e giardinaggio in corso di realizzazione nelle due sedi di Casalsigone e Picenengo; per il laboratorio artistico espressivo (arte terapia); per il laboratorio di alfabetizzazione rivolto ai minori stranieri non accompagnati; per il laboratorio di falegnameria.

I contributi sono stati resi possibili dalla collaborazione della Fondazione Città di Cremona, dalle associazioni gemelle, da Cassa Padana e dalle famiglie di ex allievi: Bassi, Ghilardi e Dolfini.

02/11/21

DOMENICA 7 NOVEMBRE LA "LAZZARO CHIAPPARI" FESTEGGIA IL 97°

Domenica 7 novembre tradizionale incontro dell’associazione ex Allievi dell’Orfanotrofio intitolata a Lazzaro Chiappari, nel 97esimo di fondazione. Parteciperanno autorità e personalità del settore dedito al sostegno dei minori in difficoltà, i ragazzi delle Comunità per Minori, ex Allievi, gli amici e delegazioni dei ex allievi di Milano e Vercelli.
Inizio alle ore 9 con la Messa nella chiesa di San Siro di via Aselli, quindi onori alla lapide degli ex allievi caduti nel palazzo di Fondazione Città di Cremona dove si trova la sede associativa. A seguire, trasferimento al Centro Pastorale Diocesano, sala Bonomelli, in via S.Antonio del Fuoco per la manifestazione pubblica.
Ai giovani delle Comunità sarà devoluto sostegno per progetti formativi specifici rivolti alla loro formazione individuale. A seguire il pranzo che chiuderà la manifestazione che ha lo scopo di rendere partecipe la città delle tematiche dell’accoglienza dei minori nelle comunià Barbieri eredi dell’antico orfanotrofio.

02/12/21

"Schizzi cremonesi", Tiziana Cordani apre lo scrigno dei ricordi su una stagione magica

Un prezioso scrigno di ricordi che apre gli occhi sui protagonisti dell'arte cremonese del secondo Novecento, gli aneddoti privati, i legami con il contesto nazionale e internazionale. Una stagione magica per l'arte cremonese che non si è più ripetuta, nel libro scritto a quattro mani da Tiziana Cordani, conservatore della Collezione artistica della nostra Fondazione e Fabrizio Lonardi.

"Schizzi cremonesi - L’arte e gli artisti a Cremona nella seconda metà del Novecento. Un dialogo per non dimenticare”, racconta in oltre 300 pagine vicende poco conosciute vissute in prima persona da Cordani, corredato da una ricca documentazione fotografica e documentaria. Il libro è suddiviso in 10 capitoli, ciascuno legato a un periodo storico: anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta. Oltre cento le immagini e i documenti, un repertorio in gran parte inedito fatto anche di cartoline autografate, schizzi, caricature, provenienti dall’archivio privato dei due autori, dalle foto di famiglia degli anni Cinquanta a quelle più recenti, oltre naturalmente alle riproduzioni delle opere citate.

 

02/11/21

LA FONDAZIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE DI CREMONA SOLIDALE

Una giornata dedicata soprattutto ai volontari delle diverse associazioni che stanno prestando servizio a Cremona Solidale, ma anche l'occasione per mostrare l'importanza della collaborazione tra Comune, Fondazione Città di Cremona e la stessa Cremona Solidale nel campo socio assistenziale. La presentazione del Bilancio Sociale 2020 realizzato dall'azienda che gestisce il Geriatrico Soldi, è stata tutto questo e si è svolta giovedi 28 ottobre nella sala delle ex cucine della struttura di via Brescia. Per la Fondazione erano presenti la presidente Uliana Garoli e il segretario generale Lamberto Ghilardi mentre a fare gli onori di casa sono stati il presidente di Cremona Solidale Emilio Arcaini, la direttrice generale Alessandra Bruschi, la coordinatrice sociale Roberta Barilli. Il sindaco Gianluca Galimberti e l'assessore alle Politiche sociali e fragilità Rosita Viola hanno illustrato la centralità del welfare nelle scelte dell'amministrazione comunale e le nuove prospettive dell'assistenza legate ai cambiamenti sociali.

In questa struttura "a tre" che regge il welfare cremonese, Fondazione di Cremona gioca non solo la parte del proprietario degli immobili a cui spettano le manutenzioni, ma anche il ruolo di ponte tra Cremona Solidale e la cittadinanza. Non a caso è stata ricordata l'importanza delle donazioni per far fronte agli investimenti: ne sono esempio le quattro palazzine sorte negli anni, grazie alle quali è stato possibile riqualificare l'offerta sanitario assistenziale agli anziani, tutte dedicate ai benefattori Mainardi, Somenzi, Azzolini. Ultimo in ordine di tempo, è in corso l'intervento edilizio sulla palazzina storica Soldi, finanziato anche grazie all'ultimo lascito Somenzi, per la completa riqualificazione del centro diurno Alzheimer, del centro diurno integrato e per la nuova comunità alloggio.

Il salone delle ex cucine, dove si è svolta la presentazione, è strettamente legato all'architetto Massimo Terzi, ricordato dalla presidente Garoli come il progettista delle quattro palazzine, scomparso lo scorso anno a causa del Covid, che aveva particolarmente a cuore la ristrutturazione di questo spazio come luogo di aggregazione per consentire agli ospiti della Rsa nuove forme di socializzazione. "A volte questi spazi sono sembrati persino troppo grandi per le necessità - ha detto tra l'altro Garoli - ma il Covid ci ha fatto purtroppo comprendere quanto siano necessari ambienti ampi, soprattutto a servizio dei più fragili".
Una lungimiranza che adesso andrà applicata a 360°, per far fronte alle importanti sfide che l'assistenza impone, con particolare riguardo alla necessità di mantenere nel proprio ambiente di vita il più a lungo possibile una popolazione anziana in costante crescita. Il polo di via XI febbraio, con il suo mix di servizi per anziani con ancora discrete capacità di autonomia, guarda proprio a questo.

25/10/21

Cordoglio per la scomparsa dell'ex Presidente Giacomo Spedini

Commozione a Palazzo della Carità, per la scomparsa avvenuta oggi 25 ottobre a seguito di malattia di Giacomo Spedini, presidente del consiglio di amministrazione di Fondazione Città di Cremona tra 2011 e 2014.
Spedini è stato inoltre presidente dell’Api, associazione dei piccoli industriali di Cremona e cofondatore delle Piscine Laghetto a Vescovato e aveva positivamente messo la sua esperienza di imprenditore nell’impegno in Fondazione.
Nell’arco del suo mandato è stata portata a termine l’acquisizione al patrimonio di Palazzo Fodri, avviata dal suo predecessore Umberto Lonardi ed è stata completata la copertura fotovoltaica sulle palazzine di Cremona Solidale,  segno di lungimiranza nelle politiche energetiche green.
Membro del Cda durante il suo mandato era l’attuale presidente Uliana Garoli: “Lo ricordo con affetto, con lui c’era un ottimo clima in consiglio, è stato portatore di un’oculata e sana amministrazione. Sono molto addolorata perché abbiamo sempre avuto un rapporto di reciproca stima. Per me è stato un onore portare avanti il lavoro che avevamo iniziato insieme nel consiglio di amministrazione”.

10/10/21

LIUTERIA E SOLIDARIETA', UN LEGAME TRA CREMONA E VENEZIA

Cremona e Venezia, due città che hanno in comune l'elemento acqua, tradizione musicale e istituzioni caritatevoli. Uno sguardo insolito sui legami tra le due realtà è stato offerto sabato mattina al Museo del Violino a margine della mostra i Violini di Vivaldi e le Figlie di Choro e della festa della Fondazione Città di Cremona. Ospiti speciali Filippo Battistelli, presidente dell'istituto provinciale Santa Maria della Pietà del capoluogo lagunare e il conservatore dello stesso Debora Pase, che hanno dialogato in un incontro – confronto con Uliana Garoli, presidente Fondazione Città di Cremona e Fausto Cacciatori, conservatore dell'MdV.

Introdotti dalla direttrice MdV Virginia Villa e dall'assessore alla Cultura Luca Burgazzi, i due presidenti hanno tracciato le vicende essenziali di nascita e scopi delle rispettive istituzioni. 

A Cremona il Consorzio della Donna venne fondato nel periodo di piena espansione mercantile della città, quando nobildonne e mercantesse misero a disposizione i loro averi per la cura di orfani, vedove e fanciulle sole. La loro sede era proprio nel palazzo della Carità, che oggi ospita la Fondazione Città di Cremona: nella stessa piazzetta, accanto alla chiesa di santa Maria della Pietà, era sorto l’orfanotrofio che accoglieva i bambini abbandonati nelle ruote degli esposti di chiese e conventi.

A Venezia fu l’ospedale della Pietà, fondato dal frate francescano Pietro da Assisi, ad accogliere gli infanti e, attraverso le questue, a suscitare la generosità dei cittadini più facoltosi: nel Trecento non era insolito che i bambini indesiderati venissero lasciati morire nelle calli, ma con l’andare dei decenni e poi dei secoli, alla Pietà vennero depositati bambini provenienti anche da fuori Venezia, fino dall’Istria, semplicemente perché le famiglie d’origine desideravano per loro un futuro migliore.

 Un legame tra Venezia e Cremona, sul fronte della carità, è fornito poi da Gerolamo Maini, nobile veneziano che dopo essere scampato alla morte nelle vicende belliche del 1531, si spogliò di tutte le sue ricchezze per dedicarsi alla vita degli orfani: divenuto santo nel 1766, si spostò da Venezia in varie sedi lombarde e fondò l’ordine dei Somaschi, che vennero in auto degli orfani cremonesi attraverso la messa a disposizione della chiesa di san Vitale, che divenne appunto orfanotrofio.

 Dalle vicende antiche a quelle più recenti, attraverso la musica: l’ospedale della Pietà veneziano fu culla di ragazze divenute poi virtuose cantanti, sotto la guida di Antonio Vivaldi: proprio per la scuola di musica e canto vennero realizzati quegli strumenti che oggi e fino al 31 ottobre sono in mostra all’MdV dopo il restauro da parte dell’università di Pavia e di CrForma, attraverso i corsi svolti nelle aule di palazzo Fodri, gioiello architettonico entrato a far parte del patrimonio di Fondazione Città di Cremona una decina di anni fa.

 Quella stessa musica praticata anche dagli "artigianelli" dell’orfanotrofio cremonese nelle ore libere dall’apprendistato di arti e mestieri. Le bande degli orfanotrofi venivano chiamate in varie occasioni, religiose e laiche, ed oggi a portare avanti la loro memoria è l’associazione ex allievi Lazzaro Chiappari, conservando gelosamente quegli strumenti nella sede presso la Fondazione.

"Oggi l’assistenza cremonese poggia sulla triade Fondazione – azienda Cremona Solidale – Comune”, ha aggiunto Garoli. “Ci rendiamo conto del grande patrimonio che abbiamo, che non è solo fatto di beni immobili e ricchezze, ma di rapporti sociali e delle opere in risposta ai bisogni che cambiano. Non ci sono più gli orfanotrofi ma è ancora necessario sostenere i giovani abbandonati, tra i quali i bambini che arrivano qui soli a seguito delle ondate migratorie. La Fondazione offre a Cremona Solidale il comodato gratuito di tutti gli immobili utilizzati e ha aiutato l’azienda stessa a superare il momento di grave difficoltà economica dovuta alla pandemia”.

“Sono contento di essere qui – ha aggiunto Battistelli - perchè la Pietà è conosciuta spesso come la scuola di Vivaldi, ma la musica era in realtà uno strumento per l’emancipazione. Non dobbiamo incorrere nell'errore di fermarci alle necessità primarie delle persone, non dobbiamo dare solo un tetto ai ragazzi che ospitiamo, ma offrire una prospettiva. La Pietà è un ente ricco, ma oggi l'obiettivo è alzare l'asticella: aprirci sempre più alle necessità dei nostri contesti, come stiamo facendo ad esempio con un nuovo centro diurno per ragazzi che vengono allontanati dalle famiglie. Abbiamo la fortuna di non doverci inventare nulla, ma solo proseguire nel solco già tracciato”.

 A chiudere l’interessante incontro, il conservatore del Museo Fausto Cacciatori ha parlato dell'importanza dei liutai a Venezia e del loro ruolo sociale, il cui lavoro diventa sempre più richiesto nella Repubblica proprio per l’abbondanza di istituti di assistenza che facevano della musica uno strumento di emancipazione. Non è un caso che la famiglia Guarneri nel 700 si sia spostata da Cremona a Venezia ritagliandosi un ruolo nelle corporazioni.

Citando la monografia su Stradivari di Elia Santoro, Cacciatori ha evidenziato il rapporto tra i liutai cremonesi e il Consorzio della donna, di cui il 28 dicembre 1691 Antonio Stradivari venne eletto per un anno reggente. Un segnale forte della funzione sociale attribuita ai liutai e che ci dice come il maestro appartenesse ad un ambito abbiente. Antonio tuttavia non pare avesse più di tanto il desiderio di partecipare alle riunioni, facendosi piuttosto sostituire dal figlio Omobono, protagonista anche di altre confraternite.

La vicinanza ai problemi sociali dei liutai è testimoniata anche dalla figura di Carlo Bergonzi, che fece parte tra l’altro della confraternita del ss Sacramento di san Luca, dove conobbe forse Omobono.

07/10/21

FONDAZIONE E ISTITUTO S.MARIA DELLA PIETA' DI VENEZIA: DUE STORIE PARALLELE ALL'MDV

Nuovo appuntamento della Festa della Fondazione, dopo l'inaugurazione della mostra "Alle Radici della carità" presso la galleria PQV Fine Art di palazzo Fodri (visitabile solo fino a domenica 10 ottobre!), lo svelamento della targa ai benefattori in Palazzo della Carità e il concerto di Mousiké ai giardini di piazza Roma il 2 ottobre.

La prossima occasione per conoscere più da vicino la storia e gli scopi attuali della nostra Fondazione sarà sabato 9 ottobre alle 11:30 al Museo del Violino, dove la presidente Uliana Garoli si confronterà con i rappresentanti dell'Istituto provinciale per l'Infanzia di santa Maria della Pietà di Venezia nell'ambito della mostra "I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro”, in corso fino al 31 ottobre all'MdV. sarà l'occasione per fare un parallelismo tra le due istituzioni, accomunate da tanti elementi, anche se oggi investite di compiti diversi.

L’Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà” di Venezia è tra le più antiche istituzioni al mondo dedicate all’assistenza dell’infanzia abbandonata. La storia dell’antico Ospedale della Pietà inizia ufficialmente nel 1346 e si sviluppa nel corso dei secoli grazie al sostegno e alla tutela della Repubblica di Venezia e dei successivi governi della Città, uniti allo spirito benefico di numerose famiglie veneziane che contribuirono con lasciti e donazioni.

La Fondazione Città di Cremona è l'erede di quelle che furono le prime istituzioni caritatevoli cremonesi. Il primo atto ufficiale è la nascita del "Consorcium et societas beate gloriosse virginis Marie", poi comunemente detto Consorzio della Donna, fondato nel novembre del 1334 da un gruppo di cittadini cremonesi con intenti devozionali tipici della confraternita medievale.

Interverranno oltre alla presidente della Fondazione, Luca Burgazzi, assessore ai Sistemi Culturali, Giovani, Politiche della Legalità del Comune di Cremona, Filippo Battistelli, presidente Istituto provinciale per l’Infanzia Santa Maria della Pietà, Venezia, Deborah Pase, conservatrice dell'Istituto veneziano, e Fausto Cacciatori, conservatore Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari Cremona.

 

02/10/21

FESTA DELLA FONDAZIONE: UN ANNO DI GRANDI SFIDE. STRAORDINARIO SUCCESSO DEL CONCERTO DI MOUSIKE'

Una giornata incentrata sul ringraziamento ai benefattori e l'illustrazione di quanto fatto nell'ultimo anno. Il 2 ottobre si è svolta la tradizionale Festa della Fondazione, avviata in settimana con l'inaugurazione della mostra "Le radici della carità cremonese". Il nome di Martino Rossi è l'ultimo inciso sulla lapide che decora la facciata del Palazzo della Carità e a questo cremonese scomparso di recente, che ha vissuto circa 20 anni della sua vita a Cremona Solidale, è andato il pensiero particolare della presidente della Fondazione Uliana Garoli, davanti ai famigliari venuti da Milano: "Figlio di contadini, classe 1934, colpito da poliomelite da piccolo, aveva vissuto coi genitori finchè questi erano rimasti in vita, quindi è stato accudito dai servizi sociali. Cremona Solidale era diventata davvero la sua seconda casa e alla fine ha deciso di lasciare tutto quello che aveva alla Fondazione. Ci fa piacere perchè il suo non è il nome di un cittadino noto, ma è l'emblema di una solidarietà che nasce spontanea quando si riconosce l'importanza della comunità".

Accanto a Garoli, il vicepresdente Fiorenzo Bassi, i consiglieri Paola Romagnoli e Giancarlo Bosio, il sindaco Gianluca Galimberti, l'assessore alle Politiche sociali Rosita Viola e il presidente di Cremona Solidale Emilio Arcaini.

Una menzione speciale è andata anche a Lidia Azzolini, studiosa e storica dell'arte, autrice di tanti volumi dedicati a Cremona, che ha legato il suo nome alla palazzina di Cremona Solidale, ma anche al polo di via XI febbraio nel quale aveva intravisto le grandi potenzialità per un welfare che consentisse agli anziani di continuare a vivere in centro, assistiti da una rete assistenziale. Un "condominio sociale" nel quale ci si aiuta l'un l'altro, secondo un modello che sarà sempre più quello del futuro, come hanno poi sottolineato gli interventi di Galimberti, Viola e Arcaini accompagnato dalla consigliera Luisa Guglielmi e dalla neo direttrice dell'azienda speciale Alessandra Bruschi.

Nel tracciare un bilancio dell'ultimo anno di attività della Fondazione, Garoli ha parlato di sfide, difficoltà, ma anche di soddisfazioni: "E' stato un altro anno difficile - ha detto - abbiamo avuto inquilini di attività commerciali che purtroppo hanno dovuto chiudere a causa della pandemia, altri che per fortuna si stanno riprendendo, a tutti abbiamo cercato di andare incontro, dando fiducia e riducendo gli affitti. Ci sono state anche anche morosità incolpevoli, ma abbiamo compensato queste perdite con la stipula di altri contratti d'affitto. Oggi vogliamo guardare al futuro ma le risorse devono essere utilizzate in modo oculato, partendo ad esempio da una rimodulazione degli spazi fisici a Cremona Soldiale, dove finalmente possiamo annunciare che è partito il cantiere di ristrutturazione della palazzina storica, che ospiterà una comunità per anziani e un nuovo centro diurno Alzheimer. In questo siamo stati lungimiranti, perchè una maggiore disponibilità di spazio è quello che ci richiede oggi la situazione sanitaria".
L'investimento è stato possibile grazie a un'altra importante donazione, quella dei fratelli Somenzi.

Tra gli altri interventi sociali: i contributi alla rete di volontariato di CremonAiuta, all'azienda ospedaliera, alla stessa Cremona Solidale, andata in crisi con i maggiori esborsi dovuti al contenimento del virus.
Ma ci sono stati anche momenti più lievi, legati al volontariato giovanile: lo scorso maggio il premio Barbieri è andato ai ragazzi dei Corpi Europei di solidarietà tuttora impegnati in un intreccio di attività tra persone anziane e giovani con difficoltà.

Ricordato poi il bando (la scadenza è il 2 novembre) che assegnerà contributi per progetti di contrasto all "povertà digitale" a vantaggio di persone non abbienti o fragili divenuti sempre più strumento per accedere ai servizi sanitari e amministrativi.
Un esempio di quanto preservare il patrimonio sia importante - ha aggiunto Garoli - è palazzo Stradiotti, oggi valorizzato grazie alla Fondazione Stauffer diventando palazzo Stauffer, e fino a cinque anni fa proprietà della Fondazione Città di Cremona, una delle più importanti donazioni pervenute il secolo scorso, "un restauro meraviglioso, per un'accademia musicale d'eccellenza".

Nel pomeriggio dalle 17,30 la Fondazione ha voluto regalare alla città il tradizionale concerto di san Francesco (la ricorrenza è il 4 ottobre) con l'orchestra giovanile Mousikè diretta da Gianluigi Bencivenga. Una scaletta che spazia dall'Orfeo di Monteverdi al Rondeau di Purcell, dall'Allegretto della Sinfonia n.3 di F.Schubert alla Aragonaise di Bizet, fino a uno degli ultimi successi di Lady Gaga, e al medley di Morricone per concludere con gli spumeggianti echi della frontiera americana di Go West nell'arrangiamento di Ralph Ford. Foltissimo il pubblico presente ai giardini ed ottime le esecuzioni di quelli che sono ancora a tutti gli effetti studenti, delle scuole medie e superiori, che partecipano al progetto ideato 15 anni fa da Bencivenga.

Ultimo appuntamento della festa della Fondazione sarà il 9 ottobre al Museo del Violino: nell'ambito della mostra "I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro" si parlerà del parallelismo tra la Fondazione cremonese e l'ospedale della Pietà di Venezia, che ha affidato i restauri dei suoi strumenti a CrForma e ai corsi dell'Università di Pavia che hanno sede proprio a palazzo Fodri.

01/10/21

INAUGURATA LA MOSTRA "LE RADICI DELLA CARITA'": LA STORIA CREMONESE ATTRAVERSO LE OPERE DELLA FONDAZIONE

Inaugurata nella galleria PQV Fine Art la mostra che per la prima volta porta all'esterno 16 opere della collezione di Fondazione Città di Cremona, “Le radici della carità”. Soprattutto quadri, ma non solo, che spaziano dal 17° al 19° secolo, selezionati da Tiziana Cordani e Pietro Quattriglia Venneri, titolare della galleria, che testimoniano la lunga tradizione di carità della nostra città. Ritratti di donatori, rappresentazioni sacre e profane, e, come contributo della Galleria, l'inedita Sofonisba Anguissola della "Madonna con bambino, santa Elisabetta e san Giovannino" e il "S.Isidoro di Siviglia" del Genovesino.
La mostra durerà fino al 10 ottobre a palazzo Fodri (orario apertura da lunedì a venerdì 10-13 e 16-19); giovedi 30 settembre l’inaugurazione, alla presenza dei membri del cda della Fondazione Uliana Garoli (presidente), Fiorenzo Bassi e Paola Romagnoli, degli assessori Luca Burgazzi, Barbara Manfredini, Rosita Viola, delle autorità religiose e militari.
Dopo il saluto dell'assessore alla Cultura Burgazzi, la presidente Garoli ha inquadrato il senso dell'iniziativa: "Passiamo davanti a queste opere quasi tutti i giorni nella nostra sede, ma vederle qui esposte mi sembrano nuove e meravigliose. Sono la testimonianza vera di quello che è la Fondazione per la nostra città, frutto di donazioni, lasciti e acquisizioni fatte nel tempo, che è nostra cura preservare, mantenere e valorizzare". "Anche il palazzo nel quale ci troviamo è entrato a far parte del nostro patrimonio grazie alla lungimiranza dei miei predecessori, il presidente Lonardi e dopo di lui Spedini. Questo palazzo era vuoto e disabitato da tantissimi anni. E' stata una sfida farlo rinascere, adesso l'abbiamo vinta".

Di "patrimonio artistico eccezionale" racchiuso nel cuore di Cremona, ha parlato Pietro Quattriglia Venneri: "Sono innamorato di questa città, con un patrimonio artistico eccezionale e fondamentale per la pittura del Seicento: se non avessimo avuto tutto quello che è stato creato a Cremona nel Cinquecento probabilmente non avremmo neanche Caravaggio. Siamo in uno dei centri che sono stati cuori propulsivi dell'arte italiana".
E la mostra è l'esempio di quanto possa essere virtuosa la collaborazione tra pubblico e privato, "un piccolissimo aperitivo di quello che Cremona può offrire", ha concluso il gallerista lasciando intravvedere future collaborazioni.

Sullo stretto legame delle opere esposte con la storia cremonese, che in gran parte è storia della carità, si è soffermata Tiziana Cordani, riallacciandosi all'istituzione del Consorzio della donna del 14°secolo, primo nucleo dello statuto dell'attuale Fondazione. "Quando abbiamo qualcosa sotto gli occhi alla fine non la vediamo più e così finiamo con lo stare in mezzo alla bellezza e non accorgercene. Una bellezza che va conservata per il bene della comunità".
Non a caso tra le prime opere in mostra c'è una rappresentazione di S.Omobono, nella quale spicca anche l'antico stemma di Cremona, dove la "fortitudo mea in brachio" sta sopra, e non dentro, l'emblema laico della città, lo scudo cremonese.
In una veloce carrellata sulle opere più significative, Cordani si è poi soffermata sui ritratti dei donatori, "uno dei quali potrebbe essere il Gallarati", giureconsulto cinquecentesco, fondatore dell'Ospedale dei Poveri Vergognosi, emblema di una società di nobili e mercanti che ritenevano imprescindibile l'attività assistenziale. "Poco importa sapere se quello ritratto è veramente lui", ha detto Cordani, "quello che conta è il legame tra i francescani del primo Ospedale e il palazzo della Carità che sorgeva proprio di fronte, una di quelle realtà caritative che ha avuto per prima l'attenzione alle madri, ai figli, agli orfani, alle fanciulle oneste, alle vedove, alle donne malmaritate", un tema quest'ultimo ancora tristemente attuale ma che ha radici lontane.
E poi il ritratto della famiglia Amidani, con il nonno Sigismondo nell'atto di benedire l'unione tra il figlio Cornelio e la moglie, osservati sullo sfondo dai figli: un'opera nata nella cerchia delle sorelle Anguissola, come mostrano i profili scolpiti, i netti ovali dei volti, la coloritura avorio degli incarnati, rappresentazione di una società mercantile che sfoggia una ricchezza austera, e che non dimentica i poveri.
Il severo ritratto dell'imperatore Giuseppe II è forse l'unico in città, si trovava negli uffici della Prefettura, e ci riporta al periodo della dominazione asburgica, quando alle varie riforme e soppressioni si affiancò anche la revisione dei collegi e degli orfanotrofi affinchè ai ragazzini venisse insegnato un mestiere.
"Non mi piace chiamarla mostra - ha concluso la critica d'arte - questa è una specie di famiglia, questi sono i nostri antenati, almeno per quanto riguarda l'appartenenza a una terra di lavoro, di attenzione agli altri, di coraggio: il coraggio della quotidianità e della lotta per essere migliori".

Opere che documentano un pezzo di storia cittadina, dunque, ma anche piccoli gioielli artistici: come la tela del Coronaro, "Tobia, Toniolo e l'Angelo", con uno sfondo di sapore fiammingo, o il "San Francesco che riceve le stigmate" di Andrea Carlone o ancora il "Riposo dalla fuga in Egitto", copia da Genovesino. Infine, uno sguardo sul Novecento, con un bozzetto del "Battesimo di Cristo" di Francesco Tomé, un ritratto dello stesso Tomé di Carlo Vittori, la terracotta dei coniugi Mainardi (a loro si lega la palazzina di Cremona Solidale) opera di Ettore Denti e un'altra terracotta raffigurante la testa del Biazzi, opera di Pietro Foglia.

26/09/21

La radici della carità: opere della Fondazione in mostra a Palazzo Fodri

Alcune delle opere più rappresentative della collezione artistica di Fondazione Città di Cremona escono per la prima volta dalla sede in Palazzo della Carità per essere esposte a palazzo Fodri, grazie alla collaborazione con la galleria PQV Fine Art di Pietro Quattriglia Venneri. "Le radici della Carità: testimonianze dal passato" è il titolo della mostra che sarà inaugurata giovedi 30 settembre alle 18 in corso Matteotti 15, in apertura della festa annuale della Fondazione che proseguirà con altri importanti eventi fino al 9 ottobre.
La mostra è curata dal critico d'arte Tiziana Cordani, conservatore dei Beni Artistici della Fondazione e dallo stesso Quattriglia Venneri, che la scorsa estate ha stupito Cremona con l'allestimento di "Animal house", anticipato dalla maxi scultura di "Marta e l'elefante" di Stefano Bombardieri in cortile Federico II.
"Le radici della carità - spiega Tiziana Cordani - mette in mostra opere di indubbio valore artistico ed altre significative dal punto di visto storico, una piccola parte del grande patrimonio della Fondazione, frutto delle donazioni attraverso i secoli: quadri, sculture, disegni, custoditi solo in piccola parte nella sede di piazza Papa Giovanni XXIII e collocati in musei, palazzi istituzionali, edifici religiosi della provincia e della diocesi".

Selezionate opere collocabili tra XVII ed il XIX secolo che parlano della carità cremonese, come l'"Elemosina di S.Omobono", tela del Seicento copia da Giulio Campi, in cui compare un'inedita raffigurazione dello stemma grigiorosso cittadino; oppure la carità incarnata dal patrono d'Italia, il "S. Francesco che riceve le stigmate". Per passare attraverso i ritratti dei benefattori, il più delle volte anonimi, che hanno nei secoli sostenuto ed arricchito di significato la solidarietà sociale e la carità dei Cremonesi verso i sofferenti e i bisognosi.
Opera della cerchia delle sorelle Anguissola è ad esempio la tela che raffigura la famiglia di Cornelio Amidani, appartenente al periodo giovanile delle pittrici; uno sguardo sul Novecento è invece fornito dalla terracotta di Ettore Denti che ritrae i coniugi Mainardi, famiglia che ha legato il suo nome al centro geriatrico Cremona Solidale. Tornando al secolo precedente, a ricordare il passato austro ungarico di Cremona ci sarà il ritratto di maniera dell'imperatore Giuseppe II. Tra le iconografie più curiose, il "Cristo che versa l'acqua dal costato" di Gabriele Zocchi, e poi ancora uno sguardo sul Novecento con il "Battesimo di Cristo" di Giuseppe Tomé e alcuni disegni mai esposti al pubblico tra cui una rappresentazione a matita di un interno di palazzo Fodri.

La galleria PQV, oltre ad offrire le proprie sale, arricchisce l'esposizione con due opere di artisti che hanno onorato la nostra piccola patria padana: la stessa Sofonisba, con un'opera giovanile degli anni cremonesi recentemente attribuita da Marco Tanzi, "Madonna con bambino, santa Elisabetta e san Giovannino", e una tela del Genovesino che raffigura S.Isidoro di Siviglia, il cui culto venne importato a Cremona durante la dominazione spagnola, altra testimonianza di aspetti fondamentali della storia cittadina.

"Questa collaborazione - afferma Pietro Quattriglia Venneri - sancisce a parer mio una volta di più quanto sia fondamentale, dopo questi due anni di crisi, che pubblico e privato tornino a collaborare in maniera virtuosa. L'opportunità che ci viene offerta dal mondo dell'arte rende più facile questo dialogo, come ha dimostrato anche la mostra Animal House. Credo che l'esperienza di Cremona sia un esempio pionieristico e stia tracciando un solco importante anche a livello regionale".

"La festa di quest'anno ha un filo conduttore ben preciso: portare all'esterno opere d'arte che parlano delle origini della carità cremonese ricordando in questo quale è la nostra missione sociale", spiega Uliana Garoli, presidente di Fondazione Città di Cremona. "Allo stesso tempo vogliamo valorizzare quello 'scrigno' che è palazzo Fodri, entrato nel 2011 a far parte del nostro patrimonio, un contenitore di pregio per le opere in mostra".
"La Fondazione - aggiunge Garoli - lavora per la conservazione di quanto è giunto nei secoli, e tutto quello che ne ricava viene riportato alla città in opere sociali. Ringrazio la galleria PQV che ci mette a disposizione i suoi spazi fino al 10 ottobre. Dopodichè chi volesse dare uno sguardo alla nostra collezione, sarà il benvenuto nella nostra sede di piazza Papa Giovanni XXIII".

La festa della Fondazione proseguirà sabato 2 ottobre alle 10,30 presso la sede con un bilancio sulle attività svolte e un ringraziamento speciale al più recente dei benefattori il cui nome è stato scolpito in facciata; e alle 17,30 in piazza Roma con un concerto dell'orchestra giovanile Mousiké diretta da Gianluigi Bencivenga.
A correzione del precedente invio si invia l'ultimo paragrafo che contiene alcuni refusi. IN NERETTO LE CORREZIONI

Sabato 9 ottobre al Museo del Violino, incontro dedicato alle storie parallele della Fondazione cremonese e dell'Ospedale della Pietà di Venezia, protagonista della mostra "I violini di Vivaldi e le figlie di Choro" in corso al Museo del Violino. Ne parleranno Uliana Garoli e Fausto Cacciatori, Conservatore dell'MdV e, per l'istituto provinciale della Pietà di Venezia, Filippo Battistelli e Deborah Pase.